Nuova uscita sul Carso triestino per il Gruppo Grotte della AXXXO in visita alla “Grotta delle Margherite”: un battesimo per praticamente tutti i partecipanti, a eccezione di Ilaria che l’aveva già esplorata da bambina.
Ci ritroviamo in 7 il sabato mattina per il consueto cornetto&briosche, per poi partire alla volta di Santa Croce dove – le coordinate GPS parlano chiaro -dovrebbe trovarsi l’ingresso della grotta. E infatti in relativamente poco tempo ecco apparire in mezzo agli alberi (bravo Ohm!) la botola di accesso che si apre su una stretta fessura. Purtroppo gli spazi angusti esigono un tributo e un membro della brigata è costretto a rinunciare alla discesa a causa delle inaccesibili strettoie. L’inizio della calata mette effettivamente a dura prova la proverbiale alta tolleranza alla claustrofia che caratterizza tutti gli speleo.
Fortunatamente dopo il primo pozzo l’ambiente si allarga, ma…solo per un breve tratto…perché un altro pertugio porta infine alle ultime due discese, all’esito delle quali atterriamo su 15 morbidi centimetri di fango che per poco non mi inghiottono uno stivale. Ma poco importa, siamo sul fondo, dove in un piccolo specchio d’acqua troviamo le margherite, le strane concrezioni che ricordano il fiore bianco che si trova in superficie.
Tutto l’ambiente è particolarmente suggestivo, caratterizzato da imponenti colonne che presentano delle fratture quali segni (credo) di antichi terremoti. E la natura sta pian piano ricomponendo queste fratture con sottili stalattiti che stanno, come fragili capelli, riunendo le due estremità spezzate.
Purtroppo è ora di risalire e a uno a uno ci ritroviamo fuori dalla grotta per l’immancabile terzo tempo.
Paolo R.