Il mondo sotterraneo, perennemente privo di luce non è affatto privo di vita. Varie sono le specie cavernicole ,chiamate troglobie, ovvero quelle che effettuano tutto il loro ciclo vitale nelle grotte, e che si sono differenziate nel tempo per vivere in un ambiente privo di luce, a temperatura costante e ad alto tasso di umidità, con una diminuzione significativa delle risorse alimentari. Nella differenziazione le specie hanno perso il colore, allungato gli arti e le antenne e aumentate le setole, potenziato l’olfatto, subita una involuzione della vista, hanno rallentato enormemente il metabolismo e i cicli riproduttivi, assomigliando sempre meno ai loro parenti che vivono all’esterno
Tra queste ci sono i “niphargus”.
Questi, dei piccoli crostacei biancastri, simili a dei piccoli gamberetti privi di occhi, sono il genere più rappresentato degli anfipodi acquatici nel mondo. Sono anche soprannominati “gamberetti a virgola” perché hanno il corpo depresso lateralmente e per camminare sono costretti a posarsi su un fianco. Ne esistono infatti circa 300 tra specie e sottospecie spesso di difficile identificazione tassonomica variando le une dalle altre solo in piccoli particolari morfologici. Specie diverse abitano praticamente tutti i tipi di acque sotterranee, sia ferme, le specie cosiddette reofobe come pozze, laghi, anfratti e fessure, che in movimento, cosiddette reofile, quali i fiumi sotterranei. Alcune hanno trovato il loro habitat anche nelle sorgenti termali e minerali. Sebbene le caratteristiche comuni dellle acque siano di moderata ossigenazione con elevata durezza per la presenza massiccia del carbonato di calcio, delle specie sono state trovate anche nelle acque salmastre, particolare che ha ipotizzato un’origine marina della specie.
Grazie alla collaborazone con lo Spelelovivarium , sezione biologica della Società
Adriatica di Spelelogia è partita una iniziativa che mira al ripopolamento di questo crostaceo in una grotta del Carso triestino. Questa settimana 10 piccoli esemplari di Niphargus provenienti dalle vasche dello Spelelovivarium sono stati trasferiti nelle Grotta Arnaldo Germoni, presso Banne. Questa grotta è stata a più riprese negli anni oggetto di vari studi scientifici da parte della XXX riguardanti le acque di percolazione, l’inquinamento da Radon è appunto la biologia sotterranea. Negli anni 70 sono state allestite delle vasche che hanno ospitato vari insetti e crostacei troglobi. Negli anni poi sono state abbandonate e gli esemplari in essa presenti sono spariti. L’idea è quella di ripopolare la grotta creando un ambiente idoneo affinchè i piccoli ospiti si ambientino e si riproducano. Il problema principale sarà quello di fornire adeguato sostentamento alimentare anche se sono di bocca buona e non disdegnano alcun tipo di cibo oltre ad essere particolarmente resistenti. Da una prima analisi comunque sembra che nelle acque prese in esame ci sia cibo a sufficienza derivante perlopiù dal copioso stillicidio presente.
In genere le risorse alimentari delle specie cavernicole sono di origine esogena, cioè provenienti dall’esterno. Al di la della parte iniziale della grotta il cibo arriva soprattutto dalle acque di percolazione ricche di materia organica proveniente dall’humus esterno e trasportate in profondità dalla pioggia.
A breve vi aggiorneremo sugli esiti dell’iniziativa.
Fabrizio Viezzoli